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DeepFake: una minaccia per tutti

  • 15 Novembre 2024
  • Vincenzo Loia
Deepfake or Deep Fake Concept as a symbol for misrepresenting or identity theft or faking identification and misrepresentation in a 3D illustration style.
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L’evoluzione dei mezzi di comunicazione ha modificato e continua l’irrefrenabile crescente influenza del mondo dell’informazione e della comunicazione, grazie alle sempre più pervasive capacità di trasmettere messaggi “immediati” a un pubblico sempre più ampio. L’utilizzo, in aggiunta, del web e dei social media, insieme all’evoluzione degli algoritmi di Intelligenza Artificiale, ha reso lo scambio democratico delle informazioni, spesso non soggette a filtri sulla veridicità, una minaccia allo Stato di Diritto. 

Utilizzando le piattaforme di social media e le tecnologie di produzione di contenuti digitali, come gli strumenti emergenti di AI, chiunque può produrre e diffondere disinformazioni credibili o verosimili difficile da distinguere da legittime e veritiere informazioni autentiche di alta qualità; consentendo l’accesso al mondo della comunicazione a una nuova schiera di attori che veicolano i loro messaggi e contribuiscono, talvolta in maniera determinante, a orientare l’opinione pubblica e manipolare il dibattito socio-politico. 

L’avanzamento tecnologico ha semplificato la generazione di dati contraffatti, comunemente noti come deepfake, suscitando serie preoccupazioni riguardo la diffusione di informazioni false e fuorvianti. I deepfake, sfruttando sofisticate tecniche di intelligenza artificiale, possono creare video o immagini falsificati che appaiono autentici, utilizzabili per frodi, inganni, furti d’informazioni o crimini informatici. Il deepfake non identificato e per questo ritenuto autentico, purtroppo, compromette irreparabilmente l’integrità di ogni prova e riscontro. È essenziale sviluppare, per tanto, sistemi di rilevamento che possano analizzare i contenuti multimediali in modo accurato e tempestivo, identificando i dettagli che indicano eventuali manipolazioni. 

Ulteriore sfida in tale contesto è quella del rilevamento di testo generato. L’evoluzione dei “Large Language Models” rende difficile discernere testo “human-written” da testo “machine-generated”, che può essere foriero di campagne mirate di disinformazione o fuorvianti. Queste tecnologie possono diventare fabbriche di contenuti fake compromettendo volontariamente il valore e l’efficacia di ogni scelta consapevole. Dunque, occorrono strumenti capaci di misurare, tracciare e monitorare la validità e l’affidabilità delle fonti e quindi controllare l’autorevolezza dei contenuti pubblicati e dei loro autori. Verificare l’attendibilità dei contenuti, necessita di analisi accurate multimodali e la consultazione di fonti autentiche per agevolare la verifica e convalida informativa facendo leva sulle incongruenze per il miglioramento delle tecnologie e l’evoluzione delle pratiche di disinformazione. 

L’obiettivo è l’adozione di approcci sistematici in grado, da un lato, di verificare e giustificare la veridicità delle informazioni, ma dall’altro anche di fornire supporto decisionale per far fronte alle situazioni di inevitabile incertezza. Non è solo necessario stabilire se un contenuto è vero o falso, ma anche fornire strumenti utili al decisore per classificarlo come tale. 

Occorrono soluzioni capaci di fornire necessaria consapevolezza per affrontare efficacemente la sfida della disinformazione e mitigare le sue gravi conseguenze, rafforzando la resilienza contro le strategie di una guerra cognitiva sempre più sofisticata, evoluta ed aggressiva contro i Valori delle Democrazie.

La sfida da raccogliere deve mirare a sviluppare tecniche avanzate per monitorare tre aree principali d’intervento: “verifica delle informazioni”, “controllo dei fatti” e misurazione dell’affidabilità “fonti, autori e contenuti”.  È opportuno, per l’innalzamento delle capacità di contrasto alla disinformazione, essere pronti alle future prossime minacce della “Cognitive Warfare”. Dovranno essere sviluppate competenze avanzate nell’analisi dei contenuti multimediali, inclusi strumenti per il rilevamento di deepfake e manipolazioni digitali. Questi strumenti dovranno mettere a disposizione tecniche innovative ed emergenti di “machine learning” e visione artificiale per il miglioramento della precisione, l’efficacia del monitoraggio ed identificazione delle minacce. Di particolare rilevanza e attenzione dovrà assumere la competizione nella intangibile dimensione cognitiva che prende di mira ideologie, valori e società attraverso un uso sempre più esteso di mezzi di comunicazione e nuove soluzioni tecnologiche che impiegano mezzi e strumenti attraverso le connessioni esistenti tra i domini Politico, Militare, Economico, Sociale, Informativo e Infrastrutturale per generare illegittimi vantaggi.

Vincenzo Loia

Rettore dell’Università degli Studi di Salerno.

Presidente della Fondazione “SEcurity and RIghts in the CyberSpace” (SERICS), soggetto attuatore dell’omonimo progetto di partenariato esteso nell’ambito del PNRR in tema di ricerca scientifica e tecnologica.

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